24/04/2020

Continuità spezzata a “Repubblica”: dove approderà la “nave corsara” di Eugenio Scalfari?


Che Maurizio Molinari fosse destinato a passare dalla direzione della “Stampa” a quella di “Repubblica” era cosa nota da tempo, ma si pensava che il cambio al timone del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari sarebbe avvenuto un po’ più in là, una volta terminata la fase acuta dell’epidemia da Covid-19, e mantenendo un tratto di continuità con la storia della testata. Qualcuno aveva anche individuato in Ezio Mauro, il primo successore di Scalfari e a sua volta direttore per vent’anni, l’emblema e in qualche modo la garanzia della permanenza della testata nella tradizionale linea politico-culturale laica, liberale e progressista, forse a volte retoricamente esaltata ma certamente riconoscibile in 44 anni di vita. Nel suo “Grand Hotel Scalfari” scritto con Antonio Gnoli e Francesco Merlo, il Fondatore parla della sua creatura come di una “nave corsara” pronta all’assalto dell’establishment editoriale, culturale e politico, e dei suoi giornalisti come di una compagine avversa ad ogni conformismo; ma in qualche modo ammette che l’avventura sta conoscendo una fase di ripiegamento: “Ho avuto la fortuna di fondare e dirigere una grande e raffinata orchestra politica e intellettuale, e di farne la prima orchestra italiana: con quei miei compagni, figli e amici, stavamo dentro una cultura vincente, che oggi è di nuovo minoranza, ma non è estinta”. Nella logica di una successione annunciata, Ezio Mauro, preconizzato direttore editoriale del gruppo Gedi, sarebbe stato l’ideale anello di congiunzione fra passato e futuro, il garante della continuità e insieme un motore di rinnovamento. Può darsi che le voci in tal senso fossero infondate ma, in considerazione dei tempi e dei modi della scelta dell’editore, il segnale  che arriva dal cambio della guardia è quello di una netta cesura col passato, e non solo a motivo della storia professionale – prestigiosa – di Maurizio Molinari, ma proprio per la rivendicazione che l’editore fa dei principi e dei criteri guida del gruppo, dove ai “valori di sempre” si affiancheranno “nuove idee”. Quali? Un quotidiano, un grande quotidiano non vive in un empireo indistinto e asettico, ma nel confronto continuo con i fatti e nella battaglia delle idee. Nella sua breve direzione Carlo Verdelli aveva interpretato il suo ruolo in chiave di stimolo critico nei confronti del potere, accentuatosi negli ultimi mesi, quelli della pandemia. Ora Maurizio Molinari è atteso ad una prova impegnativa. Auguri!

Guido Bossa