03/02/2012

Bossa: “Superiamo il cumulo con equilibrio e fantasia senza guerre a pensionati e Cassazione”

La sentenza della Cassazione che ha dato ragione al collega Ezio Chiodini in materia di cumulo fra pensione e redditi da lavoro autonomo dichiarando illegittima la normativa vigente dell'Inpgi, è entrata di diritto nella campagna elettorale per il rinnovo delle cariche del nostro Istituto previdenziale ed appare destinata a far discutere ben oltre l'appuntamento delle urne


Naturalmente, l'evoluzione della giurisprudenza andrà  monitorata con la dovuta attenzione, ma certamente la sentenza del 26 gennaio 2012 costituisce un punto fermo imprescindibile. Soltanto una diversa pronuncia di un'altra Sezione della Cassazione potrebbe dar luogo (ma quando?) ad un esame a Sezioni unite; ma intanto qualche ulteriore considerazione può essere fatta, oltre quelle già formulate in primo luogo dall'interessato e da altri colleghi, nonché dal Direttore generale e dal Dirigente dell'Ufficio legale dell'istituto.
Dico subito che sono altri in Italia a contestare le sentenze della magistratura o a tentare di delegittimare i giudici che le emettono: non certamente i giornalisti, che anzi spesso si sono trovati a commentare con fastidio questi comportamenti. Noi siamo fra quanti ritengono che le sentenze  vadano rispettate e applicate, anche quando - e non è questo il caso, almeno per molti di noi - deludono le aspettative. Quando poi, come accade ora, le sentenze sono tali da modificare il quadro di riferimento, esse vanno interpretate e applicate con lungimiranza e intelligenza.
Ciò vuol dire che il prossimo Consiglio di amministrazione dell'Inpgi, quale uscirà dalle ormai imminenti elezioni, dovrà, insieme al sindacato e interpellando tutte le componenti della professione, chiamare gli editori ad un confronto senza pregiudiziali sul lavoro giornalistico in Italia, nella situazione data, che è una situazione di crisi economica profonda, una situazione difficile per motivi economici generali e per cause specifiche che attengono al settore dell'editoria.
La crisi ha colpito indiscriminatamente tutti, non risparmiando neppure quei settori che nel recente passato erano stati fra i più innovativi e promettenti (free press); lambisce ora anche i grandi gruppi editoriali, aziende già fiorenti e blasonate; tocca i giornali d'opinione e quelli popolari, l'emittenza radiotelevisiva pubblica e privata. E' una crisi generale. Superarla richiede l'impegno di tutti. Se ne esce avendo anche la fantasia di spingere lo sguardo oltre le mura delle nostre redazioni, coinvolgendo Governo e Parlamento in una battaglia per la democrazia e il pluralismo che è una battaglia di sviluppo e di progresso oltre che, anche, una battaglia economica per chi fa del giornalismo la propria professione.
Non ci sono ritrovati dell'ingegneria finanziaria o scatole societarie più o meno creative che possano sostituire l'apporto professionale all'impresa editoriale, tanto più in un quadro di informazione diffusa come quella che il web mette a disposizione di tutti (noi non la temiamo).
In questo quadro, i giornalisti,  già accusati di essere una "casta" protetta dall'Ordine e da una presunta vicinanza col potere, non possono dividersi in tante piccole caste ognuna tesa a difendere presunti privilegi o impegnata a conquistarne. Occorre una visione d'insieme dei problemi, per dividere una torta che si è fatta sempre più piccola. Nessuno può pretendere di avere in tasca la soluzione del problema, e tanto meno cercare di imporla agli altri attori del vero e proprio dramma sociale che molti stanno vivendo. La solidarietà fra di noi non può essere solo uno slogan ad effetto.
Ha fatto molto bene il presidente dell'Inpgi Andrea Camporese a non citare, nella piattaforma che sostiene la sua ricandidatura, la questione del cumulo, che è correttamente demandata al nuovo Cda; e ad affermare, invece, che "nessuna visione di contrasto tra nuove e vecchie generazioni può essere tollerata se vogliamo continuare in un percorso nato un secolo fa". Altri sono stati meno prudenti. Maggiori tutele nel corso della vita professionale soprattutto dei giovani giornalisti e delle donne, protezione dei redditi dei pensionati sempre più esposti al rischio di erosione , libero apporto di tutti i "capaci e meritevoli" all'impresa editoriale, devono essere garantiti anche nelle condizioni date, che non sono le più facili. Occorreranno equilibrio e fantasia, naturalmente partendo da una accurata ricognizione della situazione e delle prospettive future, e tenendo conto delle scadenze cogenti che la legislazione recentemente approvata dal Parlamento impone al nostro Istituto.

Guido Bossa