14/11/2019

Una serata in ricordo di Piero Scaramucci


“Non accenna diminuire l’ondata di maltempo….” 

“Ma che razza di attacco è questo per una notizia. Cerca qualcosa di più diretto, che faccia capire all’istante la situazione all’ascoltatore”: così Piero Scaramucci ad un praticante di nome Antonio Di Bella, approdato in RAI poco più che ventitreenne.

E’ un aneddoto che ha raccontato lo stesso Di Bella, attuale direttore di Rainews24, durante la serata che la Milano democratica e antifascista ha dedicato al ricordo di Piero Scaramucci, l’11 novembre scorso, nella Sala Alessi, di Palazzo Marino, sede del Comune del capoluogo lombardo. Una serata promossa da Radio Popolare, di cui Scaramucci è stato il fondatore, e dall’ANPI (Associazione nazionale partigiani italiani) della quale Scaramucci è stato uno degli animatori e dirigenti tramite la sezione del quartiere popolare milanese Isola, e in collaborazione con la Federazione nazionale della stampa e dell’Associazione lombarda dei giornalisti.

La serata si è aperta con un intervento del presidente del consiglio comunale di Milano, Lamberto Bertolé, che ha ripercorso il rapporto tra la città e Scaramucci nel segno della democrazia e dell’antifascismo.

Gli ha fatto eco Massimo Bacchetta, condirettore Radio Popolare, rievocando le condizioni che portarono alla nascita di una radio libera, diffondere un’informazione libera, senza veli, senza bavaglio, senza quella censura di marca democristiana un tempo presente in molti media, soprattutto nelle testate Rai.

E’ stata poi la volta dell’avvocato Carlo Smuraglia, presidente onorario dell’ANPI. Si erano incontrati, l’ultima volta, il 10 agosto scorso, a Piazzale Loreto, per ricordare 15 patrioti trucidati dai militi repubblichini della Legione Muti e lì che Scaramucci raccontò che il 25 aprile a Pavia gli era stati negato di parlare dal palco forse nel timore che dicesse cose scomode.

Subito dopo, Lella Costa ha letto alcuni brani della lunga intervista alla vedova dell’anarchico Pinelli, parte di un suo lungo lavoro alla ricerca della verità su Piazza Fontana e sulla drammatica morte di Pinelli, un episodio ancora avvolto nel mistero. Ricordiamo che insieme con la vedova Pinelli, aveva pubblicato un libro, “Una storia quasi soltanto mia”, recentemente riedito da Feltrinelli. 

Scaramucci veniva dal gruppo di Lotta Continua, la sua prima casa politica e come tale era stato più volte oggetto di indagine da parte dei servizi, quelli giusti e quelli deviati. 

Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, il sindacato dei giornalisti italiani, ha ripercorso il cammino sindacale di Scaramucci che lo ha portato, nell’arco di una vita, ad essere uno degli esponenti dei Giornalisti Democratici, ed uno dei promotori del Gruppo di Fiesole, di Articolo 21.

Infine Antonio Di Bella ha parlato dei suoi rapporti redazionali con Scaramucci.

Se me lo consentite, vorrei aggiungere un ricordo personale. Io a Roma, lui a Milano ci conoscevamo soltanto per telefono o per le conversazioni di servizio sul relay, il multiplex che più volte al giorno collega le sedi regionali della RAI con le redazioni centrali dei GR e dei TG. Quando ci incontrammo de visu, per puro caso, al Circolo della Stampa di Milano, lui mi riconobbe dalla voce. E allora parlammo di pipe, di cui eravamo entrambi fumatori, e di tabacco.

Giuseppe Prunai