28/10/2019

Centro Pestelli, Banca della memoria del giornalismo piemontese


Sono  5500 i volumi sulla  storia del giornalismo conservati presso il Centro Pestelli di Torino, circa quattro mila catalogati on line, un unicum nel suo genere in Italia. Ora si aggiunge una banca della memoria del giornalismo piemontese attraverso le interviste filmate di alcuni protagonisti che hanno raccontato liberamente la loro vita giornalistica, testimonianze che rimarranno nell’archivio on line del Centro. Da queste sono stati tratti dei brevi docufilm visibili su youtube. Dopo la prima puntata, “Quei gloriosi anni da cronista”, sul giornalismo degli anni Sessanta e Settanta, in cui hanno raccontato la loro esperienza professionale Antonio De Vito, già vice presidente vicario UNGP, Alberto Papuzzi, l’ultracentenario Bruno Segre, Andrea Liberatori, Mario Berardi, Roberto Franchini, Alberto Sinigaglia, Emma Camagna, Enrico Villa, Sergio Solavaggione, il  17 Ottobre, al Circolo della Stampa, è stata vista in anteprima la seconda puntata, “Quei pericolosi anni da cronista” di Monica Gallo e Alessandro Valabrega.

I due autori hanno intervistato i giornalisti Diego Novelli, sindaco di Torino negli anni pesanti del terrorismo e degli attentati, Salvatore Tropea, di Repubblica, nel mirino delle Br, Vincenzo Tessandori, Claudio Giacchino,  Claudio Cerasuolo, Giorgio Viglino, cronisti in prima linea tra difficoltà e pericoli, Gian Paolo Boetti, Ezio Rondolini e la sottoscritta che in quegli anni lavorava ad Avvenire poi a La Stampa, impegnata sui temi socio-sindacali e sui problemi delle donne. Questa seconda  puntata è stata circoscritta al tema del terrorismo e  non c’è stato spazio per mettere in luce anche alcuni aspetti positivi di quegli anni, come alcune battaglie importanti sul  piano dei diritti. In programma una terza puntata, sempre a cura del Centro studi Pestelli e dell’Associazione Stampa Subalpina. “Con un giornalismo che cambia rapidamente, queste video interviste permetteranno agli studiosi del futuro di documentarsi direttamente dalla voce di chi ha dedicato una vita per l’informazione, di attingere alla loro esperienza vissuta e raccontata”, sottolinea il direttore del Centro Pestelli Giorgio Levi. C’è bisogno di memoria, di non dimenticare. Al Centro, che non ha fini di lucro, sono tra l’altro confluiti gli archivi di alcuni giornalisti, tra cui quelli di Igor Man e Gino Apostolo. 

Nato nel giugno del 1968 con lo scopo di promuovere studi sulla storia del giornalismo e sui problemi dell’informazione, anche in collaborazione con Università e Istituti di ricerca e di creare una biblioteca specializzata, il Centro Pestelli ha pubblicato oltre una trentina di volumi. Ultimo in ordine di tempo quello sulla storia di vent’anni di giornalismo in Piemonte, “Il sindacato allo specchio”, a cura di Emmanuela Banfo, “un periodo sofferto sotto il profilo occupazionale ma nello stesso tempo ricco di sfide”, un lavoro a più mani  (vi hanno collaborato Marco Bobbio, Stefanella Campana, Selma Chiosso, Federica Frola, Roberta Pellegrini, Sabrina Roglio) che restituisce tutta la complessità dell’impegno sindacale per una professione che sta cambiando pelle e non del tutto in modo indolore.

Il Centro Studi e Ricerche sul giornalismo Gino Pestelli (fu braccio destro di Alfredo Frassati a La Stampa) mette in palio anche un premio (duemila euro) per una laurea dedicata alla storia e alla cultura del giornalismo in Italia e nel resto del mondo. Il bando è rivolto a chi  ha conseguito la laurea triennale o magistrale in Italia o in un Paese dell’UE. Quest’anno è alla sua quinta edizione. Riflessioni, approfondimenti sull’informazione da parte di giovani, più che mai utile per capire dove stiamo andando.

Stefanella Campana