18/07/2019
Marina Macelloni: allargare la platea degli iscritti all'Inpgi. Lorusso: "Il lavoro torni al centro del dibattito"
"L'unica strada veramente utile a garantire la tenuta dei conti dell'Inpgi è l'allargamento della base contributiva. Lo prevede anche la norma del Decreto legge crescita che ci dà 12 mesi di tempo per mettere a punto soluzioni per la sostenibilità dell'Istituto. E noi questo faremo oltre a cercare di individuare anche altre misure che non saranno punitive". Così oggi la presidente dell'Inpgi Marina Macelloni in una conferenza stampa convocata nella sede dell'Istituto al termine della riunione del Consiglio di Amministrazione che ha votato all'unanimità un ordine del giorno che delinea il percorso di riforma, escludendo qualsiasi ipotesi di commissariamento o di trasferimento all'Inps.
Il percorso prevede un ruolino di marcia stringente: dal 31 luglio partiranno una serie di riunioni operative con l'obiettivo di consegnare in tempi brevi una road map su quali misure siano percorribili e con quale impatto per assicurare "un futuro all'Istituto" nel medio-lungo periodo. In parallelo inoltre dovrebbe riprendere con il sottosegretario Claudio Durigon il tavolo al ministero del Lavoro. "Non sarà un lavoro semplice, abbiamo 12 mesi di tempo per farlo. E sarà un lavoro urgente, serio, tecnico, non basato su opinioni ma su un'analisi puntuale", ha detto Marina Macelloni, sottolineando che il Cda ricercherà soluzioni "efficaci e non punitive" perché "abbiamo bisogno di rassicurare gli iscritti visto che sappiamo che c'è molto allarme nella categoria". "Siamo qui non per punire né per varare misure di privilegio per i giornalisti ma per garantire il futuro dell'istituto", ha aggiunto, respingendo poi le ricorrenti critiche sull'allargamento della platea e sui privilegi che verrebbero garantiti ai giornalisti. In proposito la presidente ha ricordato sia il contributo di solidarietà sulle pensioni, "ben più ampio di quello introdotto dal governo", sia il divieto di cumulo pensioni-reddito, "che invece lo Stato ha abolito dal 2007". Una soluzione, quella dell'allargamento, che consentirebbe peraltro di continuare a difendere il sistema degli ammortizzatori sociali, che l'Inpgi si paga da solo. "Siamo l'unico soggetto che ha investito denari propri sull'editoria".
Quanto all'ipotizzato ingresso dei comunicatori nel perimetro dell' Inpgi, Macelloni ha parlato di circa 14000 nuovi iscritti alla gestione principale e 7 mila alla gestione separata: cifre tali da non modificare gli equilibri della governance dell'Istituto.
Il segretario della Federazione della Stampa Raffaele Lorusso, componente del CdA dell'lnpgi, è intervenuto a sua volta dando atto al governo di aver escluso, con il varo del Decreto crescita, le ipotesi di commissariamento dell'Inpgi e di confluenza nell'lnps. "Per il sindacato, ha aggiunto, diventa ora imperativo riprendere il confronto con il governo per mettere al centro del dibattito il lavoro giornalistico come fattore di coesione sociale; consapevoli che c'è, nello stesso governo, chi tenta di marginalizzare l'informazione proponendo un modello di gestione aziendale basato sulla assenza del lavoro regolare, colpendo gli istituti della categoria per colpire l'informazione".
Il presidente dell'Ungo Guido Bossa, presente alla conferenza stampa, ha sollecitato il coinvolgimento più ampio delle parti sociali nella fase di elaborazione delle proposte di riforma, per garantire il massimo possibile della coesione e del consenso.
Mentre era in corso la conferenza stampa all'Inpgi, è stata diffusa una nota del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vito Crimi, che ha la delega all'editoria, che ha accusato l'Istituto di "richiedere un intervento da parte del nostro governo" negando allo stesso governo di avere rappresentanti negli organi direttivi dell'Istituto. Secca la risposta di Marina Macelloni: "Per l'ennesima volta dico che non siamo qui a chiedere nulla tantomeno a Crimi, visto che i nostri interlocutori sono semmai i ministeri dell'Economia e del Lavoro. Ma neppure a loro abbiamo chiesto qualcosa. E preciso anche che i rappresentanti di governo sono nominati dal governo, non sono cooptati da noi".