14/05/2019
L’intervento del presidente Bossa: diritti e tutele per tutti
La crisi dell’editoria ha impresso paradossalmente un impulso decisivo all’unità della nostra categoria, perché “ha fatto giustizia della retorica dei cosiddetti ‘diritti acquisiti’ la cui apodittica rivendicazione ha per anni contribuito a scavare un cuneo fra le generazioni”. Lo ha detto il presidente dell’Ungp Guido Bossa intervenendo alla riunione del Consiglio nazionale della Fnsi allargato ai Comitati di redazione di tutta Italia, convocata dalla Segreteria federale in vista della partecipazione dei giornalisti agli “Stati generali” dell’informazione e dell’editoria promossi dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio guidato dal sottosegretario Vito Crimi. “Con l’avanzare della crisi – ha detto Bossa – si è capito sempre meglio che il godimento dei diritti acquisiti rivendicato dai colleghi più anziani dipende dal riconoscimento dei diritti e delle tutele delle colleghe e dei colleghi più giovani che ne sono privi o ne godono in modo attenuato per via dell’estensione immotivata del precariato e di forme di lavoro non contrattualmente riconosciute. Si è capito finalmente che l’unità della categoria, nella partecipazione ad un sistema di garanzie valido per tutti, da estendere e non da contrarre, è un bene comune indisponibile, che va difeso e promosso con ogni mezzo, dalla contrattazione nazionale e aziendale alla normativa legislativa”.
Il tema sarà posto dal sindacato al tavolo degli Stati generali, cui la Fnsi ha assicurato una partecipazione critica, chiedendo il ritiro dei provvedimenti di taglio dei contributi per il pluralismo dell’informazione già decisi dal governo, che pregiudicano la discussione nel merito della questione.
Altro tema affrontato dal presidente Bossa nel suo intervento è stato quello dell’ipotesi di allargamento della base contributiva dell’Inpgi aprendo le porte dell’Istituto di previdenza dei giornalisti ai professionisti della comunicazione, dipendenti e autonomi, attualmente inquadrati nell’Inps; “prospettiva da considerare positivamente – ha detto Bossa – purché non sia limitata ad un semplice ampliamento della platea degli iscritti, ma corrisponda al riconoscimento di una moderna evoluzione del sistema della comunicazione che chiama in causa anche il rinnovamento della professionalità dei giornalisti così come noi l’abbiamo conosciuta nel tempo”.