04/03/2019

L’intervento di Bartoloni al congresso di Stampa romana: la crisi è drammatica e inquietante


Con quello di Stampa Romana, il sindacato dei giornalisti ha concluso la stagione dei Congressi fra stridori di pianti per anni di crollo dell’occupazione, di stragi di posti di lavoro, di prepensionamenti a migliaia, senza un effettivo ricambio generazionale e con lo scotto di un dilagante precariato. Nelle conclusioni, si è bussato cassa al Governo, invocando un tempestivo pronto soccorso per l’editoria. Ma le prospettive sono incerte di fronte a un Palazzo dei poteri restio ad aprire la borsa e che vorrebbe sbarazzarsi della marcatura della stampa.

La crisi è drammatica e inquietante con un buco in arrivo di 200milioni di euro all’INPGI (lo sbilancio fra spese ed entrate contributive), e, quindi, con incognite sul futuro dell’Istituto e persino della Casagit. In seguito alle decimazioni di massa, gli occupati sono scesi a 15.016 mentre i pensionati, superstiti compresi, sono saliti a 9.570. Secondo una dichiarazione del sottosegretario all’editoria, Vito Crimi si sarebbero sperperati in 15 anni 4 miliardi per prepensionamenti e per risanare i bilanci degli editori. 

Dai Congressi non è uscita una parola di rispetto, di solidarietà, di amicizia e di riconoscenza nei riguardi delle migliaia di colleghi mandati a casa nel pieno della loro maturità professionale. Esperienze, talenti, energie, risorse, competenze sono stati bruciati e sacrificati sull’altare dei tagli delle teste costi quello che costi e senza badare ai danni all’identità, all’autonomia e al futuro del giornalismo, alla credibilità del prodotto da divulgare. Non solo, ma da pensionati questi colleghi subiscono la beffa e il danno di 10 anni di mancata perequazione al costo della vita, del prelievo forzoso cosiddetto contributo di solidarietà, dell’indennità ex Fissa taglieggiata all’osso. Oltretutto, senza una vera ripresa del settore e senza il rilancio del lavoro, i loro sacrifici rischiano di essere vanificati.

Ormai il futuro del giornalismo è strettamente legato al mondo informatico, dove l’approccio degli editori è stato timido e insignificante, mentre è cambiata la dieta mediatica e i social sono diventati l’ago della bilancia dell’opinione pubblica e campo di affaroni per le superpotenze tecnologiche che fanno il bello e cattivo tempo, arricchendosi sulla pelle della gente in barba alla stampa e alla sua inefficienza. 

La sfida, oggi, è dentro l’universo della rete ma, se si continuerà a restare alla finestra senza darsi da fare, i guai per i mass-media continueranno sia online sia offline.

Romano Bartoloni
Presidente del Gruppo laziale Ungp