23/01/2012

Dal Tar un punto a favore di giornalisti e pensionati
Una strada da percorrere anche per la manovra Monti - Fornero

Andrea CamporeseLa sentenza con la quale il Tribunale amministrativo del Lazio esclude le Casse di previdenza dei professionisti (e dunque anche l’Inpgi) dall’elenco Istat delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato è stata salutata con particolare soddisfazione da quanti vi hanno visto – correttamente, è bene dirlo – la possibilità di un rapido tornaconto economico


Ai dipendenti delle Casse, in base alla classificazione Istat ora dichiarata illegittima dal Tar, avrebbe infatti dovuto essere applicato il blocco triennale delle retribuzioni e della contrattazione aziendale. Idem per gli amministratori. Il tutto per ottemperare alla normativa europea sul controllo della spesa pubblica, ma in barba all’autonomia gestionale delle Casse.
Ora, si vedrà in concreto quali sono le ricadute in materia della sentenza del Tar (che è pur sempre passibile di ricorso al Consiglio di Stato); ma quel che qui preme sottolineare è un altro punto ben più sostanziale, e cioè la conferma del principio dell’autonomia gestionale e finanziaria, stabilito dalla legge e garantito nella sua storica declinazione dalla capacità degli enti previdenziali privati di provvedere alle prestazioni senza gravare sulle finanze pubbliche.
La posta in gioco, insomma, è ben più consistente dell’ aumento delle retribuzioni dei dipendenti delle Casse e dei gettoni degli amministratori. E’ in discussione infatti l’autonomia degli enti, ancora una volta riconosciuti come soggetti privati che svolgono una importante attività pubblica. Siamo alla riconferma della natura privata delle Casse professionali, che non può non avere riflessi immediati anche nella considerazione della sostenibilità dei loro bilanci.
Se, in sede di eventuale ricorso, il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del Tar Lazio, le Casse, e quindi anche l’Inpgi, avrebbero un’arma il più per difendere la propria autonomia dai tentativi di limitarla o asservirla a progetti di assorbimento più o meno mascherati. La vittoria ottenuta in sede amministrativa indica, fin d’ora, una strada percorribile per contrastare il ben più grave attentato all’autonomia del nostro Istituto messo in atto con la manovra Monti-Fornero di fine anno. Questo percorso non va assolutamente escluso dalla nostra prospettiva.
Il prossimo 2 febbraio i presidenti di tutte le Casse si riuniranno con il presidente dell’Inpgi e dell’Adepp Andrea Camporese per decidere il da farsi. Il nostro istituto previdenziale, che è fra quelli messi meglio in termini di bilancio e prestazioni, deve far sentire la propria voce e prepararsi a dare battaglia anche in sede legale, se necessario, visto che si può vincere. Mettendo sul piatto il peso delle proprie risorse – contributi e patrimonio – che garantiscono ai giornalisti italiani prestazioni previdenziali adeguate e ammortizzatori sociali.

Guido Bossa